Dott. Pierpaolo Prestianni

DR. Pierpaolo Prestianni

Medico Chirurgo

Un ascesso anale rappresenta una cavità infettata, colma di pus, localizzata nelle vicinanze dell’ano o del retto. Parallelamente, una fistola anale deriva da un ascesso anale precedente o attuale, riscontrato in oltre il 50% dei pazienti con ascessi. Le ghiandole normalmente presenti nell’anatomia anale possono occludersi e infettarsi, trasformandosi in ascessi, e la fistola è un tunnel che collega le ghiandole infette all’ascesso, situandosi sotto la cute intorno all’ano. Le fistole possono essere associate a condizioni come la malattia di Crohn, radioterapie, traumi o persino essere sintomo di tumori.

 

Gli ascessi si formano principalmente a seguito di infezioni acute delle ghiandole anali, causate talvolta da batteri, feci o materiale estraneo che ostruisce le ghiandole, favorendo lo sviluppo della cavità ascessuale. Dopo il drenaggio spontaneo o chirurgico di un ascesso, può persistere una fistola anale, soprattutto se il drenaggio avviene esternamente all’ano.

 

I sintomi comuni di ascessi e fistole includono dolore, gonfiore, arrossamento e, in alcuni casi, febbre e malessere generale. La fistola può presentare ulteriori sintomi come irritazione cutanea o perdite di pus attraverso un’apertura cutanea.

 

La diagnosi di ascessi e fistole si basa principalmente sulla presentazione clinica, ma in alcuni casi, esami come ecografia transanale, tomografia computerizzata (TC) o risonanza magnetica (RMN) possono essere necessari per valutare situazioni più complesse.

Il trattamento primario per gli ascessi è il drenaggio chirurgico, generalmente eseguito in regime ambulatoriale o in sala operatoria, a seconda della gravità. Gli antibiotici, sebbene indicati in specifici casi come in presenza di infezioni estese, non sono il trattamento principale per ascessi non complicati.

 

La gestione delle fistole richiede quasi sempre un intervento chirurgico. La fistolotomia è un intervento comune per fistole semplici, creando una connessione tra gli orifizi interno ed esterno. Altri interventi possono coinvolgere l’occlusione del tunnel fistoloso o modifiche ai tessuti circostanti.

La convalescenza post-operatoria implica il controllo del dolore con analgesici, l’uso di semicupi e la prevenzione della stitichezza. La recidiva è rara con un trattamento adeguato, ma la presenza di sintomi ricorrenti richiede una rivalutazione da parte di un proctologo.

 

In conclusione, il trattamento di ascessi e fistole coinvolge interventi chirurgici mirati e un adeguato follow-up per prevenire recidive, garantendo la salute e il benessere del paziente.

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