Le emorroidi, spesso oggetto di imbarazzo e fraintendimenti, rappresentano una parte anatomica normale del corpo umano, simili agli occhi, al naso o alla bocca. Le emorroidi si distinguono in emorroidi esterne, situate a livello del canale anale, e emorroidi interne, che rivestono l’ultima parte del retto e la porzione superiore del canale anale.
Queste formazioni svolgono un ruolo importante come cuscinetti che ammortizzano e proteggono il canale ano-rettale durante il passaggio delle feci, contribuendo anche al mantenimento della continenza a feci e gas. Contrariamente alla credenza diffusa, il sintomo principale della malattia emorroidaria non è il dolore. Le emorroidi causano dolore solo in presenza di trombosi del tessuto emorroidario, un evento meno comune rispetto ad altri disturbi emorroidari.
È frequente che il dolore anale venga erroneamente attribuito alle emorroidi, e molti pazienti si rivolgono a specialisti o farmacisti senza una diagnosi accurata. Il sintomo più comune della patologia emorroidaria è il sanguinamento senza dolore, accompagnato talvolta da sensazioni di umidità anale, prolasso delle emorroidi, soiling (perdite fecali) e, occasionalmente, prurito.
La classificazione tradizionale in quattro gradi della patologia emorroidaria ha perso rilevanza, e la scelta del trattamento dovrebbe basarsi sul quadro clinico, la tipologia dei disturbi, l’età del paziente e l’impatto sulla qualità di vita, piuttosto che su una classificazione di grado.
La gestione iniziale della patologia emorroidaria coinvolge spesso cambiamenti nella dieta e nello stile di vita. Aumentare l’apporto di fibre attraverso una dieta equilibrata, l’idratazione adeguata e l’esercizio fisico regolare possono migliorare significativamente i sintomi.